Esame

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Come un esame alla prostata può rivelarsi moto interessante.
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Desidero raccontare questa mia esperienza, perché inaspettata ed intensa, come mai avrei immaginato. Ho 45 anni, un fisico atletico e muscoloso, ben tenuto. Cerco di curarmi al meglio e questo prevede anche continui esami clinici a intervalli regolari. Ormai sono entrato in confidenza con la mia dottoressa, una bella donna della mia età, che mi segue da oltre vent'anni. Tre mesi fa, durante una normale visita di routine mi disse:

- Direi che è giunto il momento di un bell'esame alla prostata.

Sorpreso da tale richiesta le risposi_

- Ma è necessario? Riscontra qualche problema?

- No, nessuno in particolare ma è meglio che iniziamo a controllarla. La prevenzione è importantissima nel caso della prostata.

Rilevando il mio concreto imbarazzo mi tranquillizzò suggerendomi una clinica privata specializzata, dove la loro elevata professionalità mi avrebbe reso più semplice e meno problematica l'esecuzione dell'esame. Chiamai subito ed ottenni l'appunto nel giro di pochi giorni.

Mi presentai alle otto di mattino, come richiesto. L'ambiente era molto bello, moderno e pulitissimo. Nell'ambulatorio di urologia non c'erano altri pazienti e attendevo che mi chiamassero. Ero evidentemente molto nervoso e non sapevo come avrei reagito all'esame. Dopo pochi minuti una voce gentile mi scosse, ridestandomi dai miei pensieri.

- È lei il Sig. Xxxxx?

- Si, sono io.

- Allora mi segua.

Alzai gli occhi e vidi una bellissima donna sui 35 anni, bionda e con gli occhi azzurri. Le labbra a cuore risaltavano nel viso luminoso e gli zigomi alti le donavano un'espressione algida, leggermente fredda e distaccata. Confuso risposi stupidamente:

- Dove?

- Ma nell'ambulatorio, per l'esame!

- Ah, si. Scusi, ero soprappensiero.

Sorrise amabilmente e mi rispose:

- Non si preoccupi. La prima volta?

- Si. La prima volta.

- Nervoso?

- Un poco

- Capisco. È normale. Venga!

Mi alzai e la seguii all'interno della stanza dedicata agli esami, ammirando il suo fisico snello fasciato dal camice bianco aderente e semitrasparente. Si vedeva chiaramente che sotto il camice indossava solo un body di pizzo con la mutandina tagliata a perizoma. Abbassai lo sguardo per vederle le gambe, inguainate da sottili calze di nylon bianche. Erano molto belle, snelle e con la muscolatura disegnata. A dispetto di quanto mi aspettassi non calzava i soliti zoccoli ortopedici da ospedale ma delle semplici ballerine, anch'esse bianche. Era veramente una donna stupenda e questo acuiva la mia vergogna ed il mio imbarazzo.

- Prego, si accomodi. Li, all'angolo, c'è il bagno. Ha defecato stamattina?

- Si. Regolarmente

- Bene. Si è lavato dopo?

- Si, certo.

- Allora vada in bagno, si spogli e indossi questo camicione.

Mi porse un camice di cotone grezzo, bianco. Mi spogliai velocemente in bagno ed indossai l'indumento, come mi era stato richiesto. Rientrai nella stanza, sempre molto imbarazzato. Sorridente come un angelo mi indicò il lettino su cui sdraiarmi. Era identico a quello che conoscevo per le visite ginecologiche, anche se, ovviamente, non avevo esperienze a riguardo.

Mi sdraiai supino e sollevai le gambe sugli appositi sostegni. Allargando le gambe il camice si sollevò mostrando le mie parti intime, completamente nude. Piegai il viso di lato. Ero terribilmente a disagio in quella situazione e con quella bellissima donna che si apprestava ad esaminarmi. Mi sarei immaginato una vecchia infermiera un po' megera, ed invece ero capitato con un angelo. La osservai mentre si infilava un guanto in lattice. Aveva mani bellissime con lunghe dita affusolate, magre e nervose. Si avvicinò a me, in piedi fra le mie gambe divaricate e mi disse:

- Adesso si rilassi. Deve assolutamente rilassarsi. Quando la penetrerò con le mie dita, non contragga lo sfintere. Potrebbe essere doloroso.

Intanto stava applicando una buona dose di unguento sul mio ano, spalmandolo ben bene attorno allo sfintere e anche dentro di esso. Non ho mai amato che una donna giocasse con il mio culo ma devo riconoscere che quella donna era eccezionalmente dotata. Appena il suo dito premette contro lo sfintere anale, cedetti senza oppormi e dalle labbra mi sfuggì un gemito.

- Si rilassi. È solo un breve esame.

- Un po' invasivo, direi

Ebbi la forza di rispondere.

Con semplici e delicati movimenti le dita della donna si insinuarono nel mio retto, sempre più in profondità e con una rapidità che non pensavo possibile. In pochi attimi mi sentii penetrato sinuosamente e constatai che le sue dita erano veramente lunghe. Le sentii palpeggiare e lisciare le pareti del mio retto sino a quando non toccarono un punto più consistente che si rivelò immediatamente estremamente sensibile.

- Mmmmmmpff

Faticai a trattenere un gemito. Socchiusi gli occhi vergognandomi di quella reazione.

- Beh! Non si può dire che non sia reattiva! Buon segno!

- Mmmmmmmmm

- Si calmi. È normale.

La sua frase composta mi tranquillizzò e provai a rilassarmi. Evidentemente per lei era normale questo tipo di reazione da parte degli uomini esaminati. Forse ero solo troppo ansioso e non dovevo pensarci. Mentre la donna continuava il suo palpeggiamento mi accorsi con terrore che il mio cazzo si stava inturgidendo. Provai a pensare ad altro ma era come se rispondesse autonomamente alle sollecitazioni sulla prostata, sfuggendo completamente al mio controllo. Con piccoli sfregamenti, questa volta più decisi, l'erezione apparve chiaramente visibile anche alla dottoressa. Il mio uccello è notevole come dimensioni e ha sempre fatto il suo dovere con ogni donna della mia vita.

- Mi perdoni, dottoressa. Non riesco a trattenermi. È più forte di me.

- Non si preoccupi. Anche questo capita spesso.

- Mmmmpppf.

- Certo, lei è ben sensibile. È un piacere esaminarla così a fondo........

Terminò quest'ultima frase con una nota ironica nella voce, adesso più fredda e distaccata. Contro ogni mia volontà il mio uccello svettava adesso in alto, bello turgido. Avevo l'impressione che la donna si stesse divertendo perché premeva ritmicamente sulla prostata facendolo sobbalzare e muovere senza controllo. Mi sentivo umiliato, mentre quelle dita obbligavano il mio strumento virile a reagire comandato da una forza erotica superiore. Pochi istanti ed iniziai ad ansimare. Era chiaro che avrei raggiunto l'orgasmo in un breve lasso di tempo, se la dottoressa avesse continuato quel massaggio. Sentendomi al culmine dell'eccitazione interruppe bruscamente ogni movimento estraendo le dita dal retto. Emisi un gemito di frustrazione mentre le mie gambe fremettero incontrollatamente per alcuni istanti. Lei riprese il controllo con estrema professionalità.

- Sembra tutto a posto. Nessun problema.

- Bene. Meno male.

- Però vorrei esaminarla meglio, più a fondo..........

- Ancora?

- Si. Ancora. Ma per questo deve girarsi..........

Terminò la frase con un'inflessione maliziosa e beffarda. Era chiaro che l'esame era stato esaustivo e che la mia prostata non aveva nulla. La mia reazione estrema doveva però averla divertita o, meglio, eccitata e adesso desiderava continuare a giocare un poco con me.

- Si giri e si metta in ginocchio sul lettino.

Eseguii non senza vergogna il movimento ed assunsi la posizione richiesta. Adesso mi sentivo veramente umiliato. Incredibilmente caduto nelle mani di una donna in pochi minuti. Una donna capace di farmi rizzare l'uccello e di portarlo all'orgasmo senza che potessi fare nulla. Mi sentivo come alla sua mercè. Sentii le sue dita che si insinuavano nuovamente nel mio retto, palpando e lisciando le pareti anali. In pochi attimi raggiunse la prostata e quando premette su di essa fu come accendere l'interruttore del mio godimento.

- Mmmmmmmmmppppfffff.

- Adesso vediamo come reagisce. Vediamo vediamo! Oplà.

Deridendomi premette a lungo e con decisione facendo sobbalzare il cazzo nuovamente turgido e duro. Mentre iniziavo a gemere senza controllo accelerò il movimento delle sue lunghissime dita. Adesso strisciava per tutta la lunghezza del canale rettale e terminava colpendo la prostata con decisione. Ebbi immediatamente la sensazione di voler urinare e non riuscivo a trattenermi. Lei lo sapeva benissimo:

- Se sente il desiderio di urinare, non si trattenga. È normale e segno di sanità della prostata.

- Oooooohhhhhhhhh. La pregooo....oooooooo.. oooooo. Si fe r mi.....

- Si lasci andare. Non si preoccupi. Orini pure, se non riesce a trattenersi.

Al culmine di un godimento indicibile, mai provato, sentii un liquido colare copiosamente dal mio cazzo rigidissimo. All'inizio pensai fosse urina ma lanciando un'occhiata fra le mia gambe mi accorsi che si trattava di sperma. Colava ininterrottamente e senza soluzione di continuità, mentre la donna premeva sulla prostata a lungo con decisione. Da impazzire! Presi a dimenarmi e fremere incontrollatamente con tutto il corpo mentre la dottoressa proseguiva la sua estrazione forzata del mio seme. Non so dire quanto durò, ma molto, molto a lungo, troppo a lungo. Mentre il filo di sperma si esauriva la donna masturbò a lungo il mio cazzo poderoso con lenti movimenti verso il basso. Il tocco delle sue dita era serico e fantastico. Ad ogni massaggio sul cazzo corrispondeva una pressione sulla prostata obbligandomi a eiaculare spruzzi e gocce di sperma. In breve non ce la feci più. Mi accasciai sul lettino sfinito, con le gambe ed il ventre frementi. Sotto il mio pube una pozza enorme di sperma testimoniava come mi avesse munto a fondo.

- La sua prostata non ha nulla. È perfetta!

Non ebbi la forza di rispondere alcunché.

- Beh! Per oggi le sue palline sono vuote. Ci metteranno qualche giorno a riprendersi. Sa che ha proprio un bel cazzo! Se vuole..... venga a trovarmi a casa. Così la mungo sul serio. Fino a che non si regge più in piedi. È un'esperienza esaltante. Glielo assicuro!

E asciugandosi le mani con un panno di carta mi allungò il suo biglietto da visita personale. Rimasi di sasso e non seppi risponderle. Mi lasciò solo nella stanza e mi lavai e rivestii in silenzio. Dentro di me la ringraziai di cuore per l'essere uscita Non avrei sopportato il suo sguardo dopo che mi aveva soggiogato e sfinito in pochi minuti e con quel semplice gioco. Ma in cuor mio, sapevo l'avrei chiamata.

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